La Claai-Confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane esprime forte preoccupazione per l’evolversi negativo dello stato di crisi in Crimea, in particolare per le azioni sanzionatorie annunciate dall’Unione Europea nei confronti della Russia.

“Il prossimo lunedì – spiega il segretario generale, Marco Accornero -, anche l’Italia sarà chiamata a prendere posizione in seno al G7 convocato appositamente per deliberare sanzioni economiche contro Mosca.”

“In questo quadro – prosegue Accornero -, il rischio serio è che venga messo a repentaglio un mercato importante per l’export italiano come quello russo. Soprattutto per il settore legno-arredo, ma anche per oreficeria, calzature, tessile e meccanica fine, temiamo che l’inasprimento dei rapporti con il governo Putin e l’applicazione di limiti restrittivi ai rapporti commerciali porterà gravissimi danni anche all’artigianato. Il mondo artigiano potrebbe risentire in modo pesante di questa crisi. Chiamati in causa non solo gli artigiani che esportano direttamente, ma anche l’indotto che ruota attorno ad aziende più grandi che hanno a loro volta come mercato di riferimento per l’export proprio la Russia.”

“Di questo – rimarca il segretario degli artigiani -, il nostro governo e l’Ue non possono non tenere conto. Soltanto a fine 2013 il nostro Paese aveva concluso ben 21 accordi bilaterali e 7 intese intergovernative con la Russia per favorire le procedure doganali per le imprese italiane che esportano verso Mosca. Non dimentichiamo che l’Italia è il quarto partner commerciale della Confederazione russa.”

Nel 2013, nonostante i problemi dell’economia mondiale ed europea, l’ammontare dei volumi commerciali Russia-Italia, è aumentato del 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli investimenti russi in Italia negli ultimi quattro anni si sono quadruplicati toccando quota 366 milioni di euro, mentre gli investimenti tricolore sono cresciuti a 730 milioni di euro.

“La nostra previsione – conclude Accornero – stima una crescita media del 7,5% degli scambi commerciali, con l’export del Made in Italy in potenziale crescita a ritmi sostenutissimi nei prossimi quattro anni, pari al 10,5%, passando dagli 11 miliardi odierni ai 16 miliardi del 2017. La domanda di prodotti di qualità da parte dei russi, senza dubbio influisce positivamente sulle esportazioni tricolore, attenuando il saldo negativo delle importazioni legato alla dipendenza energetica del nostro Paese. Con le sanzioni in arrivo, i russi potranno fare a meno della qualità artigianale made in Italy, magari iniziando a rifornirsi da altre parti del mondo, ma noi potremo fare altrettanto con il loro gas? Per l’Italia è vitale mantenere aperti i canali commerciali con Mosca.”