“Se le banche rinunciassero al 30% dei debiti che gravano sulle micro, piccole e medie imprese a rischio chiusura, come faranno per Alitalia, si potrebbero salvare 70mila aziende, per circa 200mila dipendenti e relative famiglie.”

E’ la proposta provocatoria, ma anche molto concreta, lanciata dalla Confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane a governo e sistemabancario.

Fa infatti discutere, e alimenta perplessità, l’ipotesi di ristrutturazione del debito della compagnia aerea di bandiera che prevede la cancellazione di un terzo dei crediti vantati dagli istituti di credito.

Secondo le stime al tavolo del governo, che sta coordinando l’accordo tra Ethiad e Alitalia, ammonterebbe a ben 170 milioni di euro la cifra alla quale dovrebbero rinunciare le banche a fronte di complessivi 565 milioni di esposizione della società.

“Le pmi artigiane italiane con esposizioni in sofferenza verso il mondo bancario – rimarca il segretario generale della Claai, Marco Accornero – assommano debiti pari a circa 3 miliardi di euro. Se si applicasse il“metodo Alitalia”, le banche dovrebbero cancellare il 30% del loro debito pari a 900 milioni di euro e la gran parte di esse si salverebbe, come i loro dipendenti e famiglie.”

“Certo, si tratta di 5 volte tanto quanto andato in fumo con la sola compagnia aerea tricolore, ma solo la metà del capitale che le banche poi accetterebbero di trasformare in azioni della nuova società aiutata dagli arabi di Ethiad. Con una grande differenza: da un lato la concentrazione di quasi 400 milioni di euro su un solo, unico e pericolosissimo rischio, dall’altro una parcellizzazione che però ricadrebbe in maniera molto piùapprezzabile sull’intero sistema economico del Paese.”

“L’auspicio – conclude Accornero – è che almeno alla fine gli istituti di credito non si rivalgano sulle piccole imprese e sui risparmiatori per rientrare dal buco sofferto con Aliltalia. La proposta di abbattimento deidebiti verso le pmi, che gli artigiani lanciano a governo e istituti di credito, è certamente provocatoria, ma non priva di fondamento e ragionevolezza contro un sistema creditizio che si dimostra puntualmente privo di flessibilità con i piccoli, per poi concedere straordinari tagli del debito alle grandi imprese decotte.”