Una “moratoria” di tre anni sui costi fissi (contributi, imposte e tasse) a favore di disoccupati che tentano la via del lavoro in proprio, per consentire la nascita di almeno 20mila nuove imprese artigiane in più ogni anno in Italia.

La Claai-Condfederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane lancia una proposta concreta al Governo affinchè intervenga in aiuto delle persone che hanno perso il lavoro o non trovano una occupazione, in prevalenza giovani e ultracinquantenni.

In tanti – spiega il segretario generale della Claai, Marco Accornerosi rivolgono alle nostre sedi territoriali per capire come avviare un’impresa o semplicemente aprire una partita Iva, affrontando con coraggio la difficile fase della perdita del lavoro o reagendo alla stagnazione dell’occupazione. Si tratta di giovani che non trovano sbocchi, ma anche di 40-50enni che hanno perso il posto a causa della crisi e che non riescono a rientrare nel mercato del lavoro come dipendenti.”

Purtroppo però – rimarca Accornero -, sono spesso scoraggiati dagli oneri fissi determinati da tasse, imposte e contributi vari cui devono andare incontro, non bastassero le difficoltà economiche, professionali e psicologiche di scegliere la via del lavoro in proprio.”

La Claai ha calcolato, ad esempio, che un artigiano medio che scegliesse di diventare imprenditore di se stesso, con un reddito pari a 20euro l’anno, dovrebbe sostenere circa 5mila euro l’anno di costi di tasse (5% del reddito se in regime di contribuenti minimi), 3200 euro di Inps fino al minimale e altri 500 euro per l’Inail. Senza contare l’iscrizione alla Camera di Commercio (125 euro all’anno), l’apertura e gestione della pec (15 euro circa all’anno), pos, carburanti, telefono, banca…

Se si considerano poi coloro che hanno beni strumentali, basti pensare a un laboratorio in affitto, o con un fatturato superiore ai 30mila euro l’anno, non è applicabile il regime fiscale dei minimi, per cui le tasse sul reddito “esplodono” ad almeno il 20%.

Per queste situazioni – sostiene il segretario degli artigiani – sarebbe auspicabile estendere il regime dei minimi, soprattutto in presenza di beni strumentali”.

Di fronte a questo panorama – conclude Accornero -, la Claai chiede al Governo di farsi interprete dell’esigenza di alleviare il più possibile gli oneri sulle spalle dei nuovi imprenditori in fase di avviamento, consentendo una moratoria di 36 mesi su tasse, imposte e contributi, al fine di concentrare ogni risorsa sugli investimenti di start up aziendale. Al termine del periodo, l’imprenditore ormai avviato potrà iniziare a sostenere tutti i costi, facendo ripartire da quella data anche le tempistiche previste per l’inizio della copertura previdenziale.”

Una iniziativa che, secondo stime della Claai, potrebbe consentire di vedere la luce nel settore artigiano a ben 20mila nuove aziende in più di quelle che nascono ogni anno nel Paese.