Cinque Regioni passano da zona gialla ad arancione e una provincia diventa zona rossa in relazione al rischio legato all’emergenza Coronavirus.

E questo succede proprio nel giorno in cui i casi Covid in Italia diminuiscono nettamente (+25.271 i nuovi casi di Coronavirus, ma a fronte di meno tamponi, 147.725, e ben 356 morti, che portano il totale a 41.750 vittime dall’inizio della pandemia), ma il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza parla di “situazione epidemiologica che continua a peggiorare nel nostro Paese, con un Rt di circa 1,7, oltre 500 casi per 100mila abitanti e quasi tutte le Regioni pesantemente colpite”.

“Questa situazione giustifica interventi più restrittivi soprattutto nelle Regioni più colpite. Notiamo una tendenza all’aumento e soprattutto c’è un aumento dei ricoveri in terapia intensiva”, aggiunge Rezza. La percentuale positivi/tamponi passa dal 17,06% di ieri domenica 8 novembre al 17,1 di oggi. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 2.849, con un aumento di 100 unità.

Ecco perché cinque Regioni passano ora in zona arancione, con maggiori restrizioni dunque, aggiungendosi a Puglia e Sicilia, e una provincia passa a rossa, come Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta.

Si tratta di Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria, e della Provincia autonoma di Bolzano. Il provvedimento adottato dal ministro Roberto Speranza entrerà in vigore mercoledì 11 novembre. Martedì 10 invece si decide la sorte della Campania.

Abruzzo

Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha detto che il ministro Speranza gli ha anticipato l’esito della riunione che ha stabilito il passaggio dell’Abruzzo, insieme a Umbria, Basilicata, Liguria e Toscana, nella zona arancione. Gli effetti del provvedimento che il ministro si appresta a firmare avranno decorrenza da mercoledì.

Basilicata

Il passaggio della Basilicata in zona arancione era “inevitabile” visto l’aumento dei contagi, e ciò “ci permetterà di avere un controllo maggiore della situazione. Immagino che potremo avere maggiori restrizioni pur restando in zona arancione” spiega il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi. A far salire il numero dei contagi, la situazione nelle case di cura e nelle scuole elementari e medie. “Stiamo pensando infatti a incrementare la didattica a distanza”.

Liguria

Da mercoledì 11 novembre la Liguria diventerà zona arancione per i prossimi 14 giorni. “Pur rimanendo perplesso sulla differenza di trattamento rispetto alla scorsa settimana, a fronte di numeri più o meno simili, ritengo sia doveroso non entrare in polemica con il Governo e prendere atto di questa decisione” ha commentato il governatore Giovanni Toti. “Indubbiamente i nostri ospedali sono sotto forte pressione, il mondo medico chiede interventi e in queste situazioni riteniamo che il criterio di prudenza debba sempre prevalere”.

Toscana

In giornata sull’argomento era intervenuto il presidente Eugenio Giani, che da giorni ripete che non avrebbe fatto la guerra al Governo. “La prospettiva delle tre zone mi sembra che sia vissuta come una partita di calcio, ma non è così”. Per cui “se il Cts ci classifica zona arancione siamo tranquilli, noi lavoreremo in quanto zona arancione per fare il lavoro che spetta alla Regione, avere una offerta sanitaria sempre maggiore per poter superare la situazione di emergenza”.

Umbria

“Spostamento Umbria in zona arancione? Ne prendiamo atto. E’ chiaro che questo avrà ripercussioni su bar, ristoranti e su tutte quelle attività che hanno già avuto danni importanti finora”, ha commentato a caldo la governatrice dell’Umbria, Donatella Tesei. “Il Governo ora deve garantire sostegno alle attività per fronteggiare la crisi. Questa non è solo un’emergenza sanitaria, ma è anche emergenza economica. Misure decreto ristoro sufficienti? Non lo so, sono misure. Ora il governo deve essere pronto ad adeguarle alla situazione”.

Provincia autonoma di Bolzano

Anche la Provincia autonoma di Bolzano cambia colore, e diventa rossa. Come ha annunciato il governatore Arno Kompatscher, “l’andamento epidemiologico, con i numeri in costante salita, e il crescente numero di Comuni, impongono la zona rossa”. La Provincia autonoma di Bolzano nelle ultime 24 ore ha dichiarato 781 nuovi casi su 2.998 tamponi, e 4 morti. L’Alto Adige, dal 9 novembre zona rossa, presto potrebbe applicare addirittura un lockdown più duro. “Non abbiamo alternative, altrimenti collassa l’intero sistema sanitario”, ha detto l’assessore alla sanità Thomas Widmann.