“La previsione del presidente dell’Inps, Tito Boeri, e cioè che un giovane d’oggi sarà costretto a lavorare fino a 75 anni per percepire la pensione, delinea un quadro preoccupante non solo per l’allungamento dell’arco temporale della vita lavorativa, ma anche per il fatto che le imprese artigiane andranno incontro a un danneggiamento sul fronte della produttività“.
Lo dichiara, in una nota, il segretario generale della Confederazione libere associazioni artigiane italiane (Claai), Marco Accornero.
“Rispettando ovviamente il lavoro di tutti è però evidente che verso la fine della carriera i lavoratori costano di più e in genere sono produttivamente meno efficaci: non si può scaricare sulle imprese l’inadeguatezza di uno Stato incapace di trovare soluzioni per le pensioni dei giovani”, aggiunge Accornero.
“Tra malattie e assenze rischiamo, in altre parole, di ridurre i livelli di produzione delle nostre imprese e, allo stesso tempo, di tenere fuori i giovani dal mercato del lavoro, condannandoli a uno stato increscioso di precarietà e disoccupazione“, prosegue.
“Mi auguro che il Governo possa intervenire sul fronte delle pensioni per riequilibrare un sistema che necessita di interventi proprio a tutela dei nostri giovani“, conclude il segretario generale della Claai.