Con 166 sì, 112 no e un astenuto, l’Aula del Senato ha votato la fiducia al Governo sul Jobs Act, approvando definitivamente in terza lettura la delega per la riforma del mercato del lavoro nella stessa versione licenziata dalla Camera. Il semaforo verde di palazzo Madama arriva dopo un lungo e contrastato iter parlamentare.

Molte le novità in arrivo che però diventeranno concrete soltanto con i decreti attuativi. Viene introdotto il nuovo contratto a tutele crescenti per tutti i neoassunti che di fatto implica il superamento delle collaborazioni coordinate e continuative. Viene esclusa la possibilità di reintegro per i licenziamenti economici mentre è prevista per i licenziamenti discriminatori e per alcune fattispecie di licenziamenti disciplinari. Per i licenziamenti economici è previsto solo un indennizzo crescente al crescere dell’anzianità. Arrivano inoltre tempi certi per l’impugnazione del licenziamento. Novità anche sugli ammortizzatori sociali e sui controlli a distanza. Viene azzerato, inoltre, il periodo di “vacazio legis” con l’entrata in vigore del provvedimento il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta.