Nel braccio di ferro internazionale a rimetterci sono artigiani e pmi. Dopo il boomerang dell’embargo, ora la beffa degli insoluti. Appello al Governo affinchè si apra immediatamente un fondo di garanzia a tutela di centinaia di aziende.
Si chiama blocco dei pagamenti ai fornitori il nuovo spettro che minaccia i piccoli e medi imprenditori italiani.

Si abbattono dritte sugli artigiani, infatti, le ritorsioni russe attuate in queste ore in risposta alle sanzioni comminate dall’Unione Europea e prossime ad ulteriori inasprimenti.

A pagarne le conseguenze immediate sono proprio le pmi che a decine stanno denunciando alla Claai lo stop dei pagamenti da parte della loro clientela russa.

“Già da mesi – spiega il segretario generale Claai, Marco Accornero – denunciamo come costituisca un boomerang le le nostre imprese l’applicazione di sanzioni alla Russia e come l’embargo di tanti prodotti e merci favorisca di fatto la concorrenza agguerrita di Cina, India e sudamerica.”

“Oggi – rimarca Accornero – al danno previsto si aggiunge una beffa ancor più pesante: il blocco dei pagamenti ai fornitori europei, italiani, per lavori già fatti o in fase di consegna.”

Secondo la Claai,  siamo di fronte  a una autentca catastrofe per molti artigiani che direttamente o indirettamente, in quanto terzisti, lavorano da anni e con profitto con la Russia.

“Chiediamo al Governo – conclude Accornero – di aprire subito un fondo di garanzia che risponda al venir meno di milioni di euro di incassi da parte delle incolpevoli imprese. Qui si tratta di una crisi politica internazionale che vede, loro malgrado, aziende artigiane e pmi messe a repentaglio e senza alcuno strumento di difesa”.