L’impatto della crisi in questi anni ha portato i suoi effetti più devastanti sulle aziende più piccole, quelle cioè che dipendono maggiormente dai prestiti bancari, ma ci sono anche piccole e medie imprese che sono riuscite a contrastare le innumerevoli difficoltà e addirittura a crescere molto.
Infatti, grazie ad uno studio condotto dall’Osservatorio di SDA Bocconi, che ha analizzato sin dal primo anno di crisi economica i bilanci delle 56709 PMI italiane con un fatturato compreso tra i 5 ed i 50 milioni di euro, è emerso che le circa 47000 imprese che sono sopravvissute hanno registrato una media di crescita cumulata del 26% a partire dal 2007.
Tra queste, 1165 imprese sono state capaci di sovrastare la crisi e i suoi effetti registrando un tasso di crescita positivo pari al 12,5% ed un ritorno sugli investimenti sempre superiore alla media del periodo considerato.
La maggior parte di queste imprese sono localizzate in in Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Liguria ed operano nei settori del commercio all’ingrosso e del manifatturiero (meccanica, alimentari, bevande e chimico-farmaceutico in testa); delle imprese considerate sono però quelle di minori dimensioni, ovvero quelle con un fatturato compreso tra i 5 e i 10 milioni di euro, che si sono mostrate più redditizie delle altre.
La ricerca dell’Osservatorio mostra però anche la sostanziale perdita di 405300 posti di lavoro e di 120 miliardi di euro di fatturato che la crisi ha provocato nonché la chiusura di 8841 imprese (15%) scomparse tra il 2007 e il 2013.
L‘anno peggiore sembra essere stato il 2009, in cui le imprese hanno accusato una perdita del 5,3%.
Per quanto riguarda i debiti bancari, le imprese con un’ottima capacità di ripagare il debito sono passate dal 26,7% al 21,3%; quelle in chiara difficoltà finanziaria sono cresciute dal 17 al 26% ed il periodo di restituzione del debito si è allungato di circa un anno e mezzo.
Ad oggi, il punto sulle economie regionali segnala un andamento a due velocità in termini di crescita, accesso al credito e disoccupazione: infatti i segnali di ripresa ci sono anche se timidi ma sono mal distribuiti, con un grande divario tra Nord e Sud.
Fra le componenti che maggiormente pesano sulle differenze nei tassi di acceso al credito vi è la dimensione dell’impresa: un prestito medio ad una impresa del Nord-Ovest ha un tasso del 6% circa contro un tasso dal 7 al 9% imposto ad una stessa impresa localizzata nel Sud Italia.
Sul fronte del PIL, il 2013 è stato un anno all’insegna della crisi in tutto il Paese ma anche sotto questo aspetto, il divario tra le diverse aree è stato notevole: al Nord, il prodotto interno lordo è calato di circa lo 0,6% mentre a Sud il calo è stato pari al 4% circa.
Infine, l’ultimo parametro considerato è quello relativo alla disoccupazione che ha raggiunto il 20% nel Sud del nostro Paese conto il 9% del Centro-Nord. La situazione si mostra ancora più drammatica sul fronte giovani, la cui disoccupazione tocca il 43% nel Sud contro il 23% nel Centro-Nord.
Ma accanto ai residui della crisi, le imprese che hanno resistito negli anni più difficili hanno registrato una crescita del 4,8% medio annuo.
Ma quali sono le caratteristiche principali e comuni alle imprese che sono riuscite non solo a sopravvivere ma anche a crescere?
- Capacità di internazionalizzarsi;
- capacità di fare innovazione;
- capacità di registrare marchi e brevetti.
Le città che nel nostro Paese hanno resistito meglio alla crisi sono rappresentate in ordine decrescente da Vicenza, Bolzano, Modena, Mantova, Pisa, Genova e Prato. In seguito si trovano Verona, Aosta e Milano.
Le dieci province invece che sono state maggiormente colpite dalla crisi sono Viterbo, Latina, Novara, Cosenza, Nuoro, Cagliari, Terni, Messina, Grosseto e Reggio Calabria.
In questi anni si sono sviluppate non solo diverse “strategie” per sopperire alla crisi come la crescita esponenziale del concetto di condivisione e della sharing economy ma anche sistemi più complessi ed efficaci come il baratto tra aziende, che ha saputo restituire alle imprese il loro potere d’acquisto, eliminando la loro grande dipendenza dalle banche, risollevandole in un momento davvero difficile.