La sicurezza sul lavoro continua a rappresentare una priorità, ma i numeri del 2024 evidenziano segnali preoccupanti in alcune aree. Secondo i dati diffusi dall’INAIL e da altre fonti, si registrano tendenze contrastanti per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro, le malattie professionali e i decessi.
Infortuni sul lavoro
Nei primi nove mesi del 2024 sono state presentate circa 345.400 denunce di infortuni, con un lieve calo rispetto al 2023 (-0,5%). Tuttavia, i settori come l’istruzione (+46,9%), la sanità (+25,1%) e le costruzioni (+11,6%) hanno visto aumentare il numero di incidenti. Questo incremento è conseguenza dell’estensione della copertura assicurativa INAIL al settore scuola e formazione e una maggiore attenzione alla denuncia degli incidenti minori ma sottolinea anche aree critiche in termini di prevenzione.
Settore dell’istruzione
Gli infortuni in questo ambito sono cresciuti del 46,9%. Questo aumento è in parte legato all’inclusione di studenti e personale in programmi assicurativi INAIL, introdotti con il Decreto Lavoro del 2023, che hanno ampliato la base di denuncia. Gli incidenti includono soprattutto eventi minori, ma la loro frequenza sottolinea la necessità di politiche di prevenzione più efficaci per tutelare lavoratori e studenti nelle scuole
Settore sanitario
Nel settore sanitario (+25,1%), l’aumento si associa all’elevata pressione lavorativa post-pandemia e all’uso di attrezzature potenzialmente rischiose. Il personale sanitario è esposto a pericoli legati a sovraccarico fisico, contatto con agenti biologici e stress, che possono amplificare il rischio di incidenti. A tal proposito regione Lombardia ha già attivato piani mirati di prevenzione per il richio biologico indoor.
Settore delle costruzioni
Le costruzioni rimangono uno dei settori più a rischio (+11,6%), con un numero significativo di infortuni gravi e mortali. Gli incidenti più comuni includono cadute dall’alto, schiacciamenti e sforzi fisici dovuti al sollevamento di carichi pesanti. I lavoratori più colpiti appartengono alla fascia d’età 50-64 anni. Questo settore richiede interventi mirati per migliorare le condizioni di lavoro e adottare dispositivi di sicurezza più efficaci.
Implicazioni e misure necessarie
L’aumento generale degli incidenti riflette non solo una maggiore trasparenza, ma anche aree di vulnerabilità che necessitano di interventi urgenti. Rafforzare le misure di sicurezza, promuovere la formazione continua e incentivare l’uso di tecnologie sicure sono passi essenziali per ridurre i rischi in questi settori chiave.
Sul fronte geografico, le Isole e il Centro Italia hanno registrato aumenti, mentre al Sud si è osservato un lieve calo. La componente femminile (+1,4%) e quella dei lavoratori extracomunitari (+5,5%) sono state maggiormente colpite rispetto ai colleghi maschi e italiani.
Morti sul lavoro
I decessi sul lavoro restano una grave emergenza. Al 2024, i casi mortali registrati sono stati 776, con un aumento di 15 unità rispetto all’anno precedente. Questo incremento riguarda settori come le costruzioni e l’industria manifatturiera. La fascia d’età più colpita è quella tra i 45 e i 59 anni.
A livello territoriale, si evidenziano incrementi al Sud e nelle Isole, mentre il Nord-Ovest ha registrato un lieve calo. Gli incidenti in itinere, ovvero quelli avvenuti durante gli spostamenti casa-lavoro, sono in aumento (+24%) e rappresentano una quota rilevante dei decess.
Malattie professionali
Le denunce di malattie professionali hanno raggiunto le 38.868 unità, segnando un incremento del 24% rispetto al 2023. Tra le patologie denunciate prevalgono quelle muscoloscheletriche e le malattie respiratorie, legate in particolare a settori industriali e agricoli. L’aumento è dovuto sia al miglioramento delle attività di sorveglianza sanitaria sia all’aggiornamento normativo che ha esteso la tutela.
Conclusioni
I dati 2024 mostrano progressi in alcuni ambiti ma anche preoccupanti segnali di arretramento, soprattutto nei decessi e nelle malattie professionali. Migliorare le strategie di prevenzione, potenziare la formazione e rafforzare la cultura della sicurezza restano obiettivi fondamentali per ridurre ulteriormente questi numeri.
Fonti
INAIL, ANMIL, Ingenio Web, QUIFINANZA, AgenSIR