La Claai-Confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane comunica che, facendo seguito alle dichiarazioni del procuratore speciale di Uber Italia srl, Benedetta Arese Lucini, nella trasmissione televisiva “Ballarò”, andata in onda ieri sera, martedì 25 novembre 2014, sta facendo verificare la sussistenza di eventuali profili diffamatori e penali in tutte le sedi, allo scopo di tutelare gli interessi della categoria dei tassisti italiani.

Benedetta Arese Lucini ha dichiarato: “Noi portiamo innovazione in un settore fermo da anni. E piantiamola di dire che i tassisti hanno speso migliaia di euro per comprare le licenze, perché sono pubbliche e non si dovrebbero rivenderle in nero (…).”

Ci meravigliamo – commenta il delegato sezione taxi Claai, Pietro Gagliardi – di come una trasmissione del servizio pubblico Rai possa ospitare, senza opportuno contraddittorio, dichiarazioni tanto avventate e destituite di fondamento. Le licenze per svolgere il servizio taxi si comprano e si vendono, infatti, alla luce del sole, con atti pubblici e con passaggi di denaro tracciati. I sacrifici di coloro che hanno investito migliaia di euro acquistando legittimamente una licenza taxi, rispettando le leggi e pagando le tasse, non possono essere sviliti da tali affermazioni.”

Inoltre – conclude Gagliardi -, non risponde neppure al vero che solo Uber porta innovazione in un settore fermo da anni. Lo testimonia il lancio di TaxiYoo, l’apposita app creata proprio per fare fronte allo sviluppo tecnologico e alle nuove necessità dell’utenza.”