Accogliamo con soddisfazione la decisione della Corte Costituzionale di non ammettere il referendum sull’articolo 18, auspichiamo che invece sul tema dei voucher ora non si intervenga stravolgendone la natura”.

La Claai interviene a caldo sulla sentenza della Consulta che ha dichiarato inammissibile il quesito referendario proposto che puntava ad abrogare le modifiche apportate dal Jobs Act allo Statuto dei lavoratori e volto a reintrodurre i limiti per i licenziamenti senza giusta causa.

“Il rischio di un confronto referendario su questo delicato argomento – commenta il segretario generale Claai, Marco Accornero – sarebbe stato quello di aprire una battaglia ideologica prima e dopo il voto, che avrebbe certamente innescato una nuova frattura sociale ed intaccato un sistema che invece tenta di avvicinare il nostro Paese alle economie occidentali più evolute con meno vincoli a carico delle imprese. Prendiamo atto invece – rimarca Accornero – che sono stati ammessi i quesiti circa la responsabilità in solido appaltante-appaltatore e sui voucher. Il primo è particolarmente tecnico e per addetti ai lavori, il secondo invece rischia ora di avviare un processo di stravolgimento da parte del Parlamento. Dati statistici confermano che i voucher interessano lo 0,3% del monte ore complessivamente  lavorato in Italia e che ben l’80% dei coupon riguardano secondi lavori fatti per arrotondare.”

Senza lo strumento dei voucher, diverse migliaia di lavoratori occasionali rischierebbero di tornare vittime del lavoro nero, senza alcuna tutela che copra infortuni e che dia dignità a prestazioni discontinue, riducendone la caratteristica flessibilità, o di non avere affatto occasioni di lavoro. L’auspicio -conclude Accornero – è che non si intervenga in maniera pasticciata sui voucher: con l’intenzione di correggere alcune distorsioni si rischia di far venir meno una innovazione in campo lavorativo che, seppur estremamente marginale, rappresenta un positivo passo in avanti contro la piaga del lavoro nero.”