Più tutele per il popolo delle partite Iva. Due milioni e mezzo di persone, spesso non iscritte ad alcun ordine e senza rappresentanza sindacale, che ora potranno contare su indennità di maternità, certezze nei pagamenti, sconti sulla formazione. E una cornice normativa per inquadrare finalmente il cosiddetto smart working per i subordinati, in pratica il telelavoro svolto in prevalenza a casa.

C’è tutto questo nell’altro Jobs act, quello degli autonomi, approvato definitivamente ieri al Senato con una larga maggioranza. «Oggi il percorso di riforma del lavoro definito nel Jobs Act si completa con un provvedimento innovativo», commenta il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Ci sono voluti infatti tre anni di iter parlamentare e due governi per ottenere la nuova normativa. Il risultato del lungo lavoro avviato dall’economista Maurizio Del Conte, ora presidente dell’Agenzia per le Politiche attive del lavoro. Un provvedimento indispensabile secondo Marina Calderone, presidente del Comitato Unitario delle Professioni: «Pone le basi per un successivo intervento legislativo a favore dell’equo compenso».

Ventidue articoli, con l’obiettivo di conciliare tempi di vita e lavoro. Il congedo parentale è esteso dagli attuali tre a sei mesi e sarà possibile usufruirne entro i tre anni dalla nascita del figlio. Inoltre, la lavoratrice potrà concordare con il committente di essere sostituita da una persona di fiducia in possesso dei requisiti professionali. Nei casi di infortunio o malattia, il rapporto di lavoro non sarà estinto ma sospeso per un massimo di cinque mesi. E lo stesso avverrà per la gravidanza con una sospensione, senza diritto al corrispettivo, per un periodo non superiore a 150 giorni nell’anno solare (fatto salvo, però, «il venir meno dell’interesse» del cliente). Una vera svolta «considerando che un numero consistente di autonome abbandona la professione a seguito di una gravidanza», sottolinea Poletti. Tra l’altro, l’indennità di maternità si potrà ricevere anche continuando a lavorare.

I compensi a professionisti, artigiani e collaboratori coordinati dovranno poi avvenire entro un termine concordato, ma mai superiore a 60 giorni. E, ancora, saranno deducibili (entro i 10.000 euro l’anno), i costi per master, corsi di aggiornamento e convegni. E un’altra novità importante riguarderà l’estensione della Dis-coll, l’indennità di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi ai collaboratori, agli assegnisti e ai dottorandi di ricerca universitari (in cambio salirà dello 0,51% l’aliquota contributiva). Garanzie non solo per il lavoro autonomo. Lo smart working, o lavoro agile, non sarà più affidato alla sola contrattazione individuale. I lavoratori dipendenti, anche pubblici, impegnati sia in azienda che all’esterno, oppure solo a casa grazie all’uso della telematica, avranno diritto ad un trattamento economico non inferiore a quello complessivamente applicato nei confronti dei colleghi che svolgono le medesime mansioni esclusivamente all’interno dell’azienda. E anche il loro orario di lavoro, giornaliero e settimanale, non potrà essere differente.