CLAAI ha partecipato all’iniziativa promossa a Palazzo Montani Antaldi di Pesaro per il 30° anniversario della costituzione dell’Ente Bilaterale Artigianato Marche (EBAM), portando una riflessione all’incontro dedicato al tema del welfare come leva di crescita per l’artigianato.
Secondo Giuseppe Lazzeroni, responsabile delle relazioni sindacali di CLAAI, intervistato nella tavola rotonda finale insieme a tutti i protagonisti del sistema artigiano, “la bilateralità è sempre più vitale per le imprese del settore che ricevono un aiuto economico diretto quando affrontano costi del lavoro, welfare e investimenti e quando possono erogare ai propri dipendenti, grazie al Fondo Bilaterale dell’Artigianato, ammortizzatori sociali durante crisi economiche e transizioni produttive”.
“La bilateralità – ha aggiunto Lazzeroni – è un modello partecipativo che rafforza il legame tra impresa e comunità capace di erogare una molteplicità prestazioni e servizi fungendo da supporto al welfare istituzionale con la messa in operatività anche di altri strumenti specializzati in sanità integrativa, formazione e qualificazione professionale, nonché sicurezza nei luoghi di lavoro. Oggi si aprono anche nuove sfide come la relazione con gli imprenditori artigiani stranieri e dobbiamo imparare a parlare sempre di più con tutte le lingue del mondo. Dobbiamo anche rinforzare l’immagine, l’appeal dell’artigianato nei confronti dei giovani: è l’unico comparto che combina  valori tradizionali e innovazione, offrendo autonomia, creatività e legame con il territorio. Per questo è fondamentale promuoverne il valore modificando la percezione negativa che talvolta i giovani o i loro genitori hanno di questi mestieri”.
A Pesaro si sono ritrovati i vertici di Ebna, Ente Bilaterale Nazionale e i delegati dei 21 enti regionali che condividono quanto innovazione e formazione siano le leve per affrontare un momento congiunturale complesso per l’artigianato. “Il lavoro di EBAM – ha detto il Presidente Riccardo Battisti nei saluti introduttivi – è quello di sostenere imprese e lavoratori verso obiettivi di miglioramento mettendo a disposizione nuove ed ulteriori risorse che derivano dall’accordo interconfederale volto ad incrementare le prestazioni. Il sistema bilaterale artigiano interessa nelle Marche, la regione più artigiana d’Italia, una famiglia su quattro”.
LA SITUAZIONE NELLE MARCHE
SUPERARE LA FASE DI INCERTEZZA
In un momento congiunturale complesso con il 2024 che è stato un anno nero per l’artigianato marchigiano e il 2025 che si annuncia in linea col precedente ma almeno non peggiore, cresce il ruolo della bilateralità per orientare le scelte delle imprese artigiane e per fornire proposte adeguate in termini di politica industriale del lavoro. L’artigianato delle Marche sta attraversando una fase di incertezza e difficoltà con vari settori manifatturieri dove sono più evidenti la diminuzione della capacità produttiva, delle ore lavorate e degli investimenti. Innovazione e formazione sono le leve per invertire questa tendenza negativa ed EBAM sostiene imprese e lavoratori verso obiettivi di miglioramento mettendo a disposizione nuove risorse che derivano dall’accordo interconfederale volto ad incrementare le prestazioni.
Le imprese marchigiane aderenti ad Ebam al 31.12.2024 erano 11.902 mentre i lavoratori sono 65.686. Negli anni dal 2014 al 2024 le prestazioni complessive erogate sono state 21.444 tra imprese e aziende per importi totali pari a euro 9.572.993. Il Fondo di Solidarietà Bilaterale Alternativo per l’Artigianato (FSBA) ha erogato dal 2016 al 2024 importi per 240.478.421 euro con 21.068 imprese beneficiarie e 86.804 dipendenti delle aziende.
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IL PROFESSOR BENINI: “SENZA ARTIGIANI VIENE MENO ANCHE LA SOCIALITÀ”
All’incontro dedicato al 30° di Ebam hanno partecipato tra gli altri il Sindaco di Pesaro Andrea Biancani,  Angelo Colombini Vicepresidente Ebna, Ente Bilaterale Nazionale Artigianato e Maria Rosaria Taranto, Coordinatrice Nazionale Opna, Organismo Paritetico Nazionale dell’Artigianato e il professor Romano Benini, Professore di Sociologia del Made In Italy alla Sapienza. 

“L’Italia, pur rappresentando appena lo 0,5% della popolazione mondiale – ha ricordato il Professor Benini – produce il 30% dei beni di lusso (più un ulteriore 20% per proprietà francesi). Laddove vengono meno gli artigiani viene meno anche la socialità e per questo le imprese artigiane sono ancora più necessarie sia per produrre lavoro e ricchezza ma anche oggetti belli fatti in un bel territorio. La sintesiha concluso Benini – è che l’Italia torna a crescere se cresce il manifatturiero artigiano e, come consulente del Governo, posso anticipare che presto verranno presentate alcune novità che riguardano la scuola dei mestieri e l’autoimprenditorialità con l’obiettivo di sopperire ad una caratteristica molto italiana per la quale chi avvia un’impresa lo fa per lo più con fondi propri, circa il 95%. Per questo serve un atteggiamento diverso anche da parte del sistema bancario”.