Una larghissima e trasversale maggioranza ha dato via libera ieri, martedì 15 aprile, al pacchetto legislativo che disciplinerà l’origine dei prodotti.
Il provvedimento “Tajani-Borg”, approvato dal Parlamento europeo riunito in sessione plenaria a Strasburgo, contiene anche la norma che impone l’etichettatura di origine sia ai prodotti realizzati in Europa, sia quelli extra Ue. L’articolo 7 del dispositivo infatti disciplina il cosiddetto “Made in”, tanto invocato dall’Italia a difesa dei produttori, ma anche dei consumatori.
Stoppato lo sbarramento anglo-scandinavo deciso a stralciare proprio l’articolo 7, il Consiglio europeo dovrà ora prendere atto dell’obbligo che fabbricatori e importatori appongano sui prodotti l’indicazione del Paese di origine del prodotto o, se la dimensione e la natura del prodotto non lo consentono, sull’imballaggio o nel documento di accompagnamento.
“La misura adottata dall’Europarlamento – commenta il segretario generale Claai, Marco Accornero -, soddisfa l’esigenza di dare tutela al nostro straordinario “made in Italy”, garantendo la sicurezza dei consumatori e al contempo un mercato equo per le imprese che potranno essere meglio difese davanti alle contraffazioni. In questo ambito, le pmi manifatturiere artigiane italiane non potranno che beneficiare di un provvedimento a difesa della competitività. Un risultato ottenuto anche grazie alla mobilitazione delle associazioni di categoria e alle pressioni esercitate sui parlamentari europei”.
Con il semestre di presidenza italiano che scatterà il prossimo 1 luglio, il nostro Paese potrà fungere da “regista” per l’entrata in vigore ufficiale della disciplina. Toccherà al Governo Renzi spingere per una operatività in tempi brevi del “Made in”.