Il 26 settembre scorso è entrato in vigore il cosiddetto Decreto Rifiuti (Decreto-Legislativo-3-settembre-2020-n.-116) che attua due delle quattro direttive europee contenute nel Pacchetto Economia Circolare.
Buone notizie per gli artigiani e le piccole imprese. Sono state infatti recepite le volontà espresse dal mondo dell’artigianato in tema di tracciabilità dei rifiuti, assimilabilità dei rifiuti speciali e professionali ai rifiuti urbani, semplificazione degli adempimenti e abbattimento della burocrazia.
La riscrittura delle norme sul controllo della tracciabilità dei rifiuti prevede l’emanazione di “uno o più” decreti attuativi per il nuovo Registro elettronico nazionale, ed accoglie le richieste di interoperabilità del nuovo sistema con i sistemi gestionali esistenti, sostenibilità dei costi per le imprese, gradualità di applicazione e periodo di sperimentazione. E’ fondamentale che tali principi siano ben evidenziati nella normativa “primaria” al fine di evitare gli errori commessi in passato sul SISTRI e impostare lo sviluppo del nuovo sistema minimizzando gli impatti, gestionali, amministrativi ed economici sul sistema. produttivo delle imprese.
Sul fronte della assimilabilità dei rifiuti speciali agli urbani, c’è stato un riallineamento con le direttive comunitarie: la nuova definizione di rifiuti urbani è tale ai soli fini del calcolo degli obiettivi di riciclo e non per affidarne la privativa ai Comuni. Questa misura evita l’assimilazione ex lege dei rifiuti professionali
L’estensione dell’assimilabilità agli urbani di tutti i rifiuti prodotti, oltre a non essere sostenibile per le imprese che non avrebbero avuto alternative per gestire i propri rifiuti se non presso il servizio pubblico, avrebbe messo in ginocchio l’attuale filiera del recupero dei rifiuti speciali che ad oggi raggiunge risultati di eccellenza in Europa. Quindi le utenze non domestiche potranno conferire i propri rifiuti al di fuori del servizio pubblico, previa dimostrazione di averli avviati a recupero e saranno escluse dalla corresponsione della componente tariffaria rapportata alla quantità dei rifiuti conferiti. L’introduzione dell’obbligo della detassazione va nella direzione auspicata di supportare le imprese circolari e sostenibili che avviano a recupero i propri scarti.
In tema di semplificazione, sono state accolte le richieste relative alla tenuta dei registri di carico e scarico presso le associazioni e all’esenzione del formulario di identificazione per rifiuti da manutenzione per piccole imprese edili. Il raddoppio richiesto delle soglie quantitative di rifiuti annui per la tenuta dei registri di carico e scarico presso le associazioni di categoria consente alle imprese di avere più margini di gestione senza rischi e alle Associazioni di allargare la base imprese a cui erogare servizi.
L’esenzione dal formulario di trasporto per i rifiuti da manutenzione e per le piccole imprese edili e le imprese di pulizia permette agli imprenditori di gestire in maniera più snella, con semplice Documento di Trasporto (DTT) l’eventuale trasferimento presso la propria sede dei rifiuti prodotti in cantiere, qualora i limitati quantitativi non giustifichino un deposito temporaneo.
Dal 26 settembre rientra in vigore anche l’esenzione dall’obbligo della tenuta dei registri di carico e scarico rifiuti per le microimprese con meno di 10 dipendenti che producono solo rifiuti non pericolosi, misura che sgrava le imprese e da un obbligo che comportava costi e rischi di sanzioni).
Con l’entrata in vigore del nuovo sistema di tracciabilità, che sarà disciplinata con uno o più decreti attuativi, verranno poi definiti sia il modello del registro cronologico di carico e scarico di cui sopra che il nuovo modello di formulario di identificazione per il trasporto dei rifiuti con possibilità di scaricare il formato cartaceo dal nuovo Registro Elettronico Nazionale Rifiuti.