La Camera dei Deputati ha approvato, giovedì 3 aprile, il Ddl Delrio sulle province, che così diventa legge.
“Accogliamo con soddisfazione il passaggio parlamentare – commenta il segretario generale della Claai, Marco Accornero – come il primo passo concreto verso una riforma corposa volta ad abolire le Province. Auspichiamo che il percorso istituzionale avviato prosegua con la medesima celerità, completandosi attraverso la riforma del titolo V della Costituzione, con la definitiva eliminazione degli enti provinciali ed il relativo snellimento dell’organizzazione statale, con conseguenti tangibili risparmi economici per il Paese.”
I voti favorevoli a Montecitorio sono stati 260, i contrari 158, gli astenuti 7. Le città metropolitane si apprestano dunque a diventare realtà dall’1 gennaio 2015, le Province vengono ‘svuotate’ delle loro funzioni e, in attesa della riforma del Titolo V e della loro definitiva abolizione, gli organi non saranno più eletti dai cittadini. Ancora, incentivi per promuovere le unioni e fusioni di Comuni. Sono solo alcuni dei punti salienti della nuova legge.
CITTÀ METROPOLITANE – Vengono istituite 10 città metropolitane: oltre a Roma Capitale che per il suo status ha una disciplina speciale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. Le citta’ metropolitane dall’1 gennaio 2015 subentrano alle Province omonime e succedono ad esse in tutti i rapporti attivi e passivi e ne esercitano le funzioni nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica e degli obiettivi del patto di stabilita’ interno. Tempi diversi sono previsti per Reggio Calabria, commissariata dal 2012: la citta’ metropolitana non entra in funzione prima del rinnovo degli organi del Comune ed e’ costituita alla scadenza naturale degli organi della Provincia. Il ddl, che da’ attuazione alle citta’ metropolitane gia’ previste dalla Costituzione ma mai decollate, le pensa come enti di secondo grado. Tra le altre, hanno funzioni legate a: pianificazione territoriale generale, mobilita’ e viabilita’, promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale e dei sistemi di informatizzazione e digitalizzazione.
IL SINDACO METROPOLITANO – E’ di diritto il sindaco della citta’ capoluogo a meno che lo statuto non ne decida l’elezione diretta, che pero’ richiede apposita legge elettorale e la divisione del Comune capoluogo in piu’ comuni. Gli altri organi della citta’ metropolitana sono il consiglio metropolitano e la conferenza metropolitana.
PROVINCE – Nella fase di transizione sono enti di secondo grado, mantengono le funzioni di area vasta ed esercitano le seguenti funzioni: di pianificazione riguardo a territorio, ambiente, trasporto, rete scolastica. Torna ad essere inclusa tra le funzioni la gestione dell’edilizia scolastica e il controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunita’ sul territorio provinciale. Con la redistribuzione di funzioni e personale tra Regioni e Comuni, e solo in piccola parte alle Province, viene redistribuito sia il patrimonio, sia il personale con lo stesso compenso. Le funzioni che nell’ambito del processo di riordino sono trasferite dalle Province ad altri Enti continuano ad essere da esse esercitate fino all’effettivo avvio dell’esercizio da parte dell’ente subentrante.
NUOVI ORGANI PROVINCE A TITOLO GRATUITO – Sono organi delle Province il presidente, il consiglio provinciale e l’assemblea dei sindaci, ma tutti questi incarichi sono esercitati a titolo gratuito. Gli organi non sono piu’ eletti dai cittadini. Il presidente della Provincia e’ eletto dai sindaci e dai consiglieri dei Comuni della Provincia. Il Consiglio provinciale, che e’ composto da un numero di membri differente a seconda del numero degli abitanti, e’ eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali dei comuni della Provincia. L’assemblea dei sindaci e’ composta dai sindaci dei Comuni appartenenti alla Provincia. E’ previsto che entro la fine del 2014 il nuovo meccanismo elettivo di secondo livello porti all’elezione del nuovo presidente e dei nuovi organi.
DESTINO DEGLI ATTUALI PRESIDENTI PROVINCE E GIUNTE – E’ prevista l’abolizione del livello politico elettivo con l’immediato addio al Consiglio provinciale. In attesa della costituzione dei nuovi organi, il presidente della Provincia e la Giunta restano in carica, ma a titolo gratuito, per l’ordinaria amministrazione fino all’insediamento del presidente eletto secondo il nuovo meccanismo e comunque non oltre il 31 dicembre 2014. Laddove le Province sono commissariate, il commissariamento e’ prorogato fino al 31 dicembre 2014.
INCENTIVI A UNIONI E FUSIONI DI COMUNI – Nell’ottica dell’efficacia, ottimizzazione e semplificazione il disegno di legge da’ forte impulso ai piccoli e piccolissimi Comuni perche’ si organizzino in Unioni dei Comuni semplificando i percorsi burocratici. Tutte le cariche dell’unione sono a titolo gratuito e non prevedono personale politico appositamente retribuito. Per incentivare le unioni e fusioni, le Regioni possono decidere misure specifiche nella definizione del patto di stabilita’ verticale.
REGIONI A STATUTO SPECIALE – Per le Regioni a statuto speciale vale, come sempre, disciplina autonoma. Tuttavia, riguardo alle citta’ metropolitane si precisa che i principi della legge, valgono “come principi di grande riforma economica e sociale per la disciplina di citta’ e aree metropolitane da adottare dalla Regione Sardegna, dalla Regione siciliana e dalla Regione Friuli Venezia Giulia in conformita’ ai rispettivi statuti”.